Verso la fine dell’anno scorso Monica è stata intervistata da Famiglia Cristiana in merito al suo libro, al nuoto, al diabete e a tutte le dinamiche che si sono create nella sua vita cercando di conciliare tutti e tre gli aspetti.

Anche in quella occasione è venuta fuori la motivazione profonda che ha spinto poi Monica  a concretizzare il progetto di Volando sulle Onde della Vita: gli altri, i non diabetici.

“Ho deciso di raccontare la mia storia e di dare visibilità pubblica al mio problema con le traversate, soprattutto per le persone che i diabetici hanno intorno: perché tutti sappiano che un bambino diabetico non attacca un bel niente a nessuno, perché nessuno lo discrimini. Scrivo e racconto anche per le famiglie, perché si dice che anche loro “contraggano” una forma di diabete quando la malattia viene diagnosticata a un figlio: tra noi ci diciamo che hanno il diabete tipo 3. Anche loro hanno paura, anche loro non sanno come comportarsi, anche loro fanno fatica a prendere la giusta distanza da un figlio malato, nel senso di controllare che non sgarri e che rispetti alla lettera le prescrizioni ma anche di evitare di metterlo sotto una campana di vetro che gli neghi la vita normale. Penso anche al fatto che devono avere un sacco di pazienza, perché so dall’esperienza dei miei genitori che non è sempre facile avere a che fare con noi. Però rispetto ai miei tempi si sono fatti passi avanti: i medici incoraggiano i bambini e i ragazzi a conquistare presto la propria autonomia”.

Qui trovate l’intervista integrale.