Monica Priore

MONOLOGO SU UNA GIORNATA “STRANA”

Che giornata strana oggi.

Ho dovuto affrontare completamente da sola i capricci del mio diabete.

Ero in ufficio e mi sentivo confusa, stanca. Controllo la glicemia ed il numero che vedo non è a tre cifre, ma a due: un bel 45.

In una frazione di secondo penso:  “oggi manca Nicola, e Rosaria è appena andata via; sono i colleghi che hanno più pratica nel gestire le mie situazioni critiche. Non posso chiamare la mia famiglia perché i miei genitori e mio fratello sono partiti proprio stamani, e il mio ragazzo è a lavoro a Roma. Come se non bastasse, proprio oggi ho tolto il sensore della glicemia perché si è esaurito, e non ho fatto in tempo a metterne uno nuovo, quindi neanche il micro può essermi d’aiuto“.

“Avviso gli altri colleghi? No, si preoccuperebbero e non saprebbero cosa fare”.

E dire che fino a ieri era tutto sotto controllo:  “hai aspettato oggi perché sapevi che ero completamente sola e sarebbe stato più semplice mettermi in difficoltà?”

“Mi spiace per te vecchio mio, dopo 36 anni insieme ti conosco e mi sono accorta subito che c’era qualcosa che non andava”.

Ho visto quel 45 ed ho controllato il microinfusore per vedere quanta insulina in circolo avessi ancora: 1,7 unità.

Da un rapido calcolo i carboidrati del pranzo erano in azione, quindi ho integrato onde evitare che la situazione peggiorasse.

Prima di perdere la lucidità, mi sono alzata dalla mia postazione barcollando e ho raggiunto  il distributore di bevande calde nell’altra stanza: “Santo distributore, sempre pronto a supportarmi”. Ho preso una cioccolata calda carica di zucchero.

“Pensavi di avermi fregato amico mio, eh?” Ho bevuto la mia cioccolata ed aspettato un po’ prima di ricontrollare la glicemia.

“Non fare questi giochetti con me!”

“Anche se ora sono esausta e mi sento tanto debole, voglio riprendere il mio lavoro per dimostrarti che neanche questa volta sei riuscito a piegarmi al tuo volere”.

“Vedi? Sono ancora qua, e continuerò a lottare nonostante i tuoi giochi: gli alti e bassi della glicemia, il senso di debolezza, il tremore, l’emicrania”.

“Sono tentata di abbandonarmi allo sconforto, perché in certi momenti sei veramente logorante.”

“Se mi accasciassi a terra sarebbe molto più semplice per te, ma preferisco tener duro, attendendo che i miei livelli di zucchero tornino alla normalità, per farti una bella pernacchia ed andarmi a godere la mia vita!”

Mi spiace diabete, hai sferrato un buon colpo, ma non è stato sufficiente a mettermi KO.  La partita è ancora aperta!”

Ricontrollo la glicemia: un bel 112, posso togliere i guantoni e tornare a casa.

“Ci rincontreremo presto, lo so. Per questo terrò sempre alta la guardia.”

Articoli correlati

Contattami

Vuoi avere informazioni sul libro? Vuoi coinvolgere Monica in un’iniziativa? Scrivimi e ti risponderò entro 48 ore!